Da gennaio 2010 solo su Facebook visibili da tutti (anche da chi non ha un account)

Archivio blog

lunedì 5 ottobre 2009

Report manifestazione 3 ottobre degli studenti dell'onda nazionale

STRAORDINARIA LA MANIFESTAZIONE DELLA SCUOLA: 20.000 FRA INSEGNANTI E STUDENTI
Al grido di “Noi la crisi non la paghiamo” hanno sfilato uniti studenti e lavoratori contro tagli e licenziamenti, chiedendo a gran voce “Sciopero generale subito!”
Un corteo partecipatissimo quello che ieri alle 14 è partito da P.za della Repubblica per dirigersi verso P.za del Popolo e terminare davanti al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca in viale Trastevere.
Il corteo era aperto dagli insegnanti precari, tantissimi, provenienti da tutta Italia. Ma c’erano pure tantissimi insegnanti di ruolo che, al fianco dei precari, sono scesi in piazza in difesa della scuola pubblica, contro tagli, licenziamenti e precarietà.
Dietro gli insegnanti sfilava lo spezzone di studenti universitari e medi: uno spezzone più che significativo, con centinaia di studenti scesi in piazza in difesa dell’istruzione pubblica, contro i tagli presenti nella Legge 133, contro gli aumenti della tasse universitarie e determinati nel volersi riappropriare del loro diritto allo studio. Uno spezzone che dall’inizio alla fine ha urlato slogan e dichiarato battaglia alla Gelmini e al governo Berlusconi: “Gelmini, questo è solo l’inizio! Noi la crisi non la paghiamo”, “La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta!”, “Case, borse, mense subito!” e “La riforma fatela davvero, libri di testo a costo zero!”.
Gli stessi studenti sono stati protagonisti di una fantastica azione, in grado di relazionarsi e comunicare con le centinaia di migliaia di persone presenti in piazza del Popolo ma allo stesso tempo di manifestare uno forte criticità rispetto alla scelta di far slittare la manifestazione per la libertà di stampa, che inizialmente si sarebbe dovuta tenere il 19 settembre, a causa della morte dei sei soldati italiani in Afghanistan: hanno così calato un grosso striscione dalla terrazza del Pincio con scritto: “I soldi per la scuola e l'università sono tutti in Afghanistan. Via i tagli, via le truppe”. L’azione è stata accolta con applausi e entusiasmo da tutte le persone presenti in piazza.
Uno spezzone, quello degli studenti e delle studentesse, politicamente ancor più significativo: dopo il movimento dell’Onda dello scorso autunno, gli studenti hanno chiari gli errori fatti ed i limiti di quel movimento e sanno benissimo che l’elemento fondamentale da produrre nei prossimi mesi sarà quello delle alleanze sociali e dell’unità con i lavoratori. E in effetti da settimane si susseguono assemblee unitarie fra studenti medi e universitari, maestre e maestri, insegnanti e ricercatori che, oltre ad organizzare la partecipazione a questo corteo, discutono di prospettive di lungo termine, di alleanze stabili, di piattaforme rivendicative e pratiche di lotta comuni. Tutti hanno chiaro che quello di quest’anno dovrà essere un movimento efficace, in grado giorno dopo giorno di strappare conquiste nelle scuole e nelle università come in tutti i luoghi di lavoro. A questo scopo è nato il Coordinamento Studenti e Lavoratori della Formazione, un luogo pubblico, aperto, di messa in relazione di analisi e pratiche di lotta, con lo scopo di andare oltre le classiche fasi di movimento e riflusso e riuscire a produrre iniziative stabili e continuative.
Appaiono assolutamente determinati gli studenti ed i lavoratori in corteo anche nel voler incalzare i sindacati presenti, tanto da lanciare una chiara sfida: “Sciopero generale subito!” e in riferimento alle straordinarie lotte francesi “Tous ensemble, grève générale!”. I manifestanti hanno chiaro che l’attacco del governo e gli effetti della crisi economica necessitano di una risposta generalizzata ed unitaria e che lo sciopero generale continuativo è lo strumento più adatto per unificare un mondo del lavoro frammentato e per bloccare la produzione di questo paese.
Il corteo di studenti e insegnanti, dopo aver attraversato p.za del Popolo, ha continuato a sfilare per il lungo Tevere fino al MIUR e proprio davanti al Ministero si sono ancor più alzate le voci ed è aumentata la rabbia: “Gelmini dimettiti!”, “Vergogna, vergogna!”.
L’autunno caldo è solo all’inizio, studenti e lavoratori non si chineranno alla crisi. Prossimo appuntamento il 9 ottobre in occasione dello sciopero dei metalmeccanici indetto dalla FIOM. Anche in quella giornata, studenti e lavoratori grideranno uniti: “Noi la crisi non la paghiamo”.

Nessun commento:

Posta un commento