Mercoledì 21 settembre si è recato presso il provveditorato occupato l’on. Dino Fiorenza del Partito Democratico, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana. Durante l’incontro ha ascoltato i precari della scuola e si è reso disponibile a portare le istanze e le proposte del coordinamento precari scuola Catania presso l’ARS.
Questo il documento consegnato dai precari scuola all’On. Fiorenza:
Il Coordinamento Precari Scuola Catania chiede che il Governo Regionale rigetti l’accordo Stato Regione perché il decreto “Salvaprecari” non riguarda tutto il personale della scuola escluso dalle nomine e perché introduce una formula di cassaintegrazione;
Chiede che il Governo regionale si impegni
- ad attivarsi con il Governo Nazionale per la revoca dei tagli prevista dalla legge 133/08 e successive disposizioni e per attivare un piano di stabilizzazione del personale della scuola mediante l’immediata immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili;
- per l’abolizione del tetto massimo di un’insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili su base provinciale e per il ripristino delle deroghe per l’assegnazione di ore aggiuntive nel caso di disabilità grave (legge 224/04);
- per il ritiro del Progetto di Legge Aprea che propone un processo di graduale privatizzazione del sistema scolastico pubblico;
- per il ritiro della legge 169/08 art. 4 che propone la figura dell’insegnante unico e dell’orario di 24 ore settimanali nella scuola primaria.
L’On. Fiorenza e tutto il gruppo all’ARS del Partito Democratico ha presentato come mozione il 23 settembre un documento che in parte ha accolto le proposte del coordinamento precari scuola Catania. L’ARS ha approvato, all’unanimità, tale documento che vincola il Governo Regionale a prendere posizione, a livello nazionale e in sede di conferenza Stato-Regioni, contro i tagli e contro la Riforma Gelmini-Aprea.
Una prima parziale vittoria del coordinamento precari scuola di Catania, una prima risposta agli enormi sacrifici che tante e tanti stanno facendo nel reggere l’occupazione del Provveditorato. Ancora c’è molto da fare, a partire dal blocco della proposta dei contratti di disponibilità, ma una cosa è finalmente dimostrata: la lotta paga!
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