Un corteo bello, colorato e partecipato, “egemonizzato” dagli accenti meridionali dei precari e delle precarie del Sud, ma che ha visto sfilare al loro fianco tanti precari del Nord dal Veneto alla Toscana. Migliaia di docenti ed Ata reduci da un mese di mobilitazione nel proprio territorio si sono ritrovati ed hanno sfilato gomito a gomito con la voglia di condividere la rabbia e le esperienze. Racconti veri, sanguigni, urlati al microfono si sono alternati nel corso delle tre ore di corteo; ed è stato bello vedere professoresse precarie di lingue, licenziate dalla Gelmini, fare interventi in francese ed in inglese per spiegare ai tanti turisti che affollavano il Colosseo il perchè di quel corteo.
L’arrivo al Ministero, blindato da ben quattro cordoni di celerini che ne occupavano i gradini, l’unica risposta che il Governo dà alla nostra mobilitazione, più che intimorire i precari che da settimane, sul proprio territorio, sono alle prese e si confrontano con polizia e carabinieri, ha aumentato la determinazione dei precari e delle precarie che in pochi minuti hanno conquistato le scalinate e da lì hanno dato vita ad una bellissima assemblea.
Gli interventi che si sono susseguiti, circa venti, il loro contenuto, la partecipazione attiva di tutti i presenti, con applausi, lacrime, sorrisi, hanno evidenziato il salto di qualità del Movimento dei precari e delle precarie che vale più dei numeri e del mito della visibilità mediatica.
Il Movimento, dopo il primo mese di mobilitazioni, è cresciuto in consapevolezza e radicalità, centinaia di precari/e vogliono con più determinazione, attraverso le iniziative che metteremo subito in campo con il massimo impegno nelle nostre città e nei nostri paesi, coinvolgere altri precari e il personale di ruolo, genitori e studenti in un Movimento più ampio per la difesa e il rilancio della Scuola pubblica statale
Lo sciopero generale del 23 ottobre con la manifestazione nazionale a Roma sarà la prossima tappa.
Ricominc…iamo dal 3
Facciamo delle proposte, in parte uscite dall’assemblea, per lanciarle a tutti i comitati, coordinamenti e alle organizzazioni che vogliono continuare, con noi, un percorso di condivisione di obiettivi e strategie che parta dall’unità dal basso dei precari e che ha visto la sua prima espressione nel corteo indipendente del 3 ottobre. Sono solo proposte e sono suscettibili di modifiche e di integrazioni. Forse è arrivato il momento di lasciare gli Usp e di portare il conflitto nelle scuole e nei territori.
A livello locale:
• costituzione di comitati misti (insegnanti ed Ata, di ruolo e non, genitori, studenti), con i quali costruire sui territori momenti di sensibilizzazione e di mobilitazione;
• osservatorio stabile dei precari che si faccia promotore di iniziative rivolte all’acquisizione di dati sul funzionamento o mal funzionamento delle scuole che hanno subito tagli di organico e di risorse, prevedendo interventi mirati presso le scuole individuate, con picchetti e altro per invitare i colleghi a mobilitarsi e a non collaborare con la dirigenza.
• continuare l’attività di informazione con volantinaggi presso scuole e luoghi simbolo;
A livello nazionale:
• un sit-in presso il Ministero della pubblica istruzione a conclusione della manifestazione nazionale del 23 ottobre, per dare a quella data una connotazione specifica come ulteriore momento di lotta dei precari. A seguire un’Assemblea nazionale per decidere insieme un ulteriore percorso di mobilitazioni.
• un’assemblea nazionale al sud, è chiaro ormai a tutti che il meridione è stato particolarmente colpito dai tagli, ed in queste terre si sono manifestati i movimenti più ampi dei precari, pensiamo sia necessario dare visibilità a questa realtà, la Sicilia potrebbe accogliere questo momento dopo il 23 ottobre.
Comitato insegnanti ed Ata precari Salerno
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