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martedì 15 settembre 2009

L’intervento di un ragazzo diversamente abile all’assemblea del 15 settembre al Provveditorato occupato

Un paio di giorni fa ho chiesto qui al provveditorato se era vero che vi era stato da parte di questo esecutivo un taglio penalizzante agli insegnanti di sostegno per le persone disabili, soprattutto in Sicilia, a volte la verità non si sa da che parte sta…
Ho letto, mi sono documentato ed ho cercato di capire, così mi sono fatto l’idea che effettivamente l’emarginazione scolastica sulla pelle dei disabili corrispondeva al vero…
In pratica ho capito che questo Governo poco sensibile, ridistribuendo gli insegnanti col metro di del ragioniere, non ha tenuto in considerazione il numero dei disabili presenti in alcune realtà, né del fatto che i comuni avrebbero dovuto coadiuvare gli insegnanti di sostegno attraverso i servizi sociali. Siamo di fronte a una razionalizzazione degli insegnanti che non tiene assolutamente conto delle esigenze degli alunni diversamente abili, se si pensa che qui da noi la scuola è anche l’unico centro di aggregazione esistente. E allora non è possibile fare i burocrati quando le istituzioni dovrebbero mettere in atto una presa in carico complessiva del soggetto diversamente abile e della sua famiglia attraverso un reale progetto di vita…
Attualmente alle famiglie la razionalizzazione interessa pochissimo, importa che i diritti vengano garantiti. Mi ricordo che quando si diceva che l’insegnamento non sarebbe stato penalizzato, si diceva una cosa non vera. I ragazzi verranno sicuramente penalizzati. Ho paura che se si va avanti così si va a finire alle classi differenziate. L’unica amara riflessione che mi viene in mente è che siamo quasi nel 2010 e ancora oggi in una società che si definisce moderna il pregiudizio è latente, sia negli ambiti istituzionali che nella società civile che sente ancora poco queste problematiche. Il disabile non produce abbastanza, teniamolo da parte, diamogli quei pochi diritti, in modo che non dia fastidio e non si lamenti più di tanto… Aiutiamo a convenienza e salvaguardiamo solo certe categorie di disabilità che all’occorrenza possono portare consenso per eventuali tornate elettorali, sia a destra che a sinistra… a me come persona disabile tutto questo mi rattrista molto perché in ogni individuo svantaggiato si cela una persona con i suoi progetti, le sue emozioni e le sue ambizioni, che vuole vivere, se è possibile, una vita uguale agli altri, pur con tutte le sue difficoltà quotidiane… chi vi parla appartiene ad una generazione a cui le famiglie non puntavano molto. I ragazzi cosiddetti “malati” , come si chiamavano i disabili negli anni 60, si tendeva a farli rimanere a casa con i loro passatempi… io spero che le generazioni future vivano meglio di me, con un’istruzione migliore ed adeguata anche grazie alla sensibilità ed alla pazienza di tanti bravi insegnanti che fortunatamente vedo che vi sono oggi...

Tonino

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